Il riciclaggio di denaro sporco continua a rappresentare una piaga per la nostra società. Prima ancora che una fattispecie di reato, prevista e punita dal codice penale, è una metodologia criminale moralmente inaccettabile che si avvale, sempre di più, delle nuove tecnologie bancarie producendo un vero e proprio “progresso criminoso”. Ancora oggi è una componente fondamentale sulla quale si regge il sistema economico mafioso. Il reinvestimento dei profitti delle attività illecite moltiplica, infatti, la forza economica e il potere delle organizzazioni criminali da sempre attive per conquistare e conservare, anche facendo uso della violenza, maggiori spazi di controllo sociale, economico e politico.
Le nuove frontiere verso le quali si muove la criminalità organizzata per il reinserimento dei proventi illeciti nell’economia regolare produce un continuo e veloce slittamento in avanti delle tecniche criminose e delle iniziative di contrasto ad esse. Non esiste più soltanto il contante e i “paradisi fiscali” ma, oggi, anche le valute virtuali potrebbero costituire un potente strumento di riciclaggio.
C’è poi il versante del terrorismo internazionale. Preoccupante è, nel 2017, il boom delle segnalazioni per finanziamenti sospetti provenienti dal terrorismo, pari a 981 con una crescita del 60 per cento rispetto all’anno precedente e con un 37 per cento che proviene dagli istituti di pagamento, in particolare dagli operatori di money transfer. Non è da sottovalutare il rischio che, anche in Italia, possa verificarsi un corposo afflusso di organizzazioni terroristiche jihadiste.
Nel settore finanziario, che appare in generale piuttosto attento ai rischi legati al terrorismo e al riciclaggio, il private banking, i servizi di trasferimento di fondi, di cambio valute e di moneta elettronica, risultano essere attività ancora esposte. Il commercio di opere d’arte, il credito al consumo e il settore del non-profit, in particolare in relazione alle attività impegnate nell’assistenza e nel sostegno in favore delle comunità locali di immigrati, continuano a destare preoccupazione negli organi preposti alla lotta al riciclaggio. Allo stesso modo continuano ad essere vulnerabili il settore del gioco e l’utilizzo del contante soprattutto nel commercio di beni di alto valore, che si affiancano alle applicazioni di nuove tecnologie finanziarie quali le piattaforme di crowdfunding.
La complessità dei contesti corruttivi e i rapporti fra corruttori e corrotti tendono, dunque, a diversificarsi e a ramificarsi maggiormente rispetto al passato, diventando più organici e più difficili da individuare, reprimere e prevenire.
È chiara, almeno per noi, l’esigenza di conoscere approfonditamente ogni modifica normativa al fine di essere nelle condizioni di collaborare, in maniera efficace, con le istituzioni preposte alla lotta a questo fenomeno e, più in generale, alla criminalità organizzata, in una prospettiva di contrasto globale. Abbiamo, dunque, deciso di mantenere allineato e aggiornato il nostro impegno attraverso la pubblicazione di questo sintetico volume che vuole essere uno strumento agile e utile per chi opera quotidianamente nell’attività bancaria e che ha bisogno di essere costantemente aggiornato su ogni modifica legislativa.
La lotta alla corruzione, al terrorismo, alla criminalità organizzata e, dunque, alle attività di riciclaggio di denaro di provenienza illecita, trova oggi, come sempre è stato anche nel passato, nelle Banche popolari un’attiva collaborazione, nella ferma convinzione che un’economia di libero mercato non può essere tale se non può svolgersi nella piena legalità formale e sostanziale.