Ci ha lasciato il guerriero

Un guerriero medievale si aggirava nella modernità, il suo nome era Corra­do Sforza Fogliani.

Sabato 10 dicembre ha deciso di scen­dere da cavallo e si è diretto verso la casa del Padre alla ricerca di quel riposo che ogni combattente agogna dopo tanti anni di dispute, lotte, senza mai chinare la testa e vivere, come dicono gli spa­gnoli da, “hombre vertical” riferendosi alla schiena dritta che è l’atteggiamen­to di chi è solito combattere guardando l’avversario negli occhi.

L’Avvocato Corrado Sforza Fogliani di avversari con cui confrontarsi, nella sua vita professionale e politica, ne ha avu­ti sicuramente molti. In tutti comunque lasciava la consapevolezza di avere di fronte un avversario leale che non cer­cava scorciatoie. Un guerriero tratta tutti con rispetto e non calpesta nessuno: un vero combattente non abbassa la testa dinanzi ad alcuno, ma allo stesso tempo non permette a nessuno di abbassare la testa dinanzi a lui.

Per moltissimi anni è stato una figu­ra di primo piano della vita politica ed economica di Piacenza e non solo. Ca­valiere del Lavoro, Presidente del C.E. della banca di Piacenza, istituto che ha presieduto dal 1986 al 2012, Presiden­te di Assopopolari, già Vice Presidente dell’Abi e Presidente di Confedilizia per 25 anni.

Questi solo per citare alcuni dei pre­stigiosi incarichi ricoperti in campo cre­ditizio in una vita vissuta sempre sotto i riflettori della vita pubblica, locale e nazionale.

Politicamente era un liberale fiero e irriducibile, in linea di ideale continuità con quel Luigi Einaudi che conobbe da giovane e di cui ha continuato a ricorda­re i suoi scritti e pensieri fino a qualche settimana fa.

Amava la sua città natale, ma oserei dire che cercava di fare bene tutto ciò in cui si impegnava.

Amato e temuto aveva un carattere forte, a volte spigoloso, ma era dotato di una intelligenza brillante, di senso dell’ironia, di uno spirito critico raffina­to, animato da molteplici interessi.

Promotore di mille iniziative cultura­li, era uno storico e saggista di vaglia.

Fin da giovanissimo aveva coltivato una vera passione per il giornalismo, sia sui giornali locali sia su quelli naziona­li (Il Sole 24Ore, Italia Oggi, Il Foglio, Il Giornale, ecc.).

Senza dimenticare i suoi sapidi tweet e la direzione dell’amata Banca Flash, il mensile della Banca di Piacenza che ave­va fondato negli anni 80.

Con lui le Banche Popolari, e non solo esse, perdono una figura di livello na­zionale, di grande peso anche nei c.d. in­fluenti ambienti “che contano”.

Un punto di riferimento per tutta la categoria. Un difensore appassionato e indomabile delle sue radici e dei suoi valori, sensibile come pochi altri alle istanze e alla cultura di libertà insita nella storia delle Banche Popolari fon­date esse stesse da un uomo libero come Luigi Luzzatti.

Chi come me ha avuto la fortuna e il privilegio di conoscere Corrado Sforza Fogliani e di apprezzare le sue qualità, lo ricorderà per sempre facendo tesoro dei suoi insegnamenti. Memore che quando muore qualcuno, agli altri spetta di vi­vere anche per lui.

Come ha scritto Sant’Agostino: “Co­loro che ci hanno lasciati non sono degli assenti, sono solo degli invisibili: tengo­no i loro occhi pieni di gloria puntati nei nostri pieni di lacrime”.

Caro Presidente l’ho sempre stimata per la sua indipendenza e per la sua sag­gezza ma non serve ora che le dica di più poiché lo sa già. Adesso voglio augurarle solo buon viaggio e ricordarle che il fiore appassisce, ma il seme rimane.

Giuseppe De Lucia Lumeno

Segretario Generale Associazione Nazionale fra le Banche Popolari